Facebook non è più uno strumento gratuito per i fotografi! - Gianluca Laurentini - Fotografia di paesaggio e di viaggio

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Facebook non è più uno strumento gratuito per i fotografi!

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Il titolo può sembrare un po’ forte, ma vorrei fare una premessa per farvi capire cosa intendo. Fino a qualche anno fa i fotografi ed i fotoamatori affollavano in massa siti come Flickr (il più famoso, ma esistevano equivalenti nazionali o internazionali di buon livello): si trattava di siti per la maggior parte gratuiti, ma che in qualche caso avevano delle opzioni a pagamento che davano accesso a maggiori strumenti. Ad esempio per chi usava Flickr c’era la possibilità, se non ricordo male, di inserire più foto, una maggior capacità di storage e l’accesso alle statistiche sulle proprie foto. Solo una piccola percentuale degli iscritti decideva di servirsene e spendere dei soldi, ma questi, sommati alle pubblicità, permettevano alle piattaforme di sopravvivere lasciando pienamente operativa la parte gratuita.
Quando arrivò Facebook però avvenne una vera e propria rivoluzione: l’accesso al social network è stato sicuramente intrigante per i fotografi ed i fotoamatori, che potevano finalmente mostrare le proprie opere ad un pubblico esteso e non solo ad altri appassionati come loro. Molti hanno così aperto una propria pagina (ce l’ho anche io per cui mi inserisco nel calderone) e questo permetteva loro di estendere il proprio bacino di utenza. Tutto era gratuito e funzionava bene e questo ha fatto in modo che la maggior parte dei siti dedicati ai fotografi si svuotasse per andare a riempire Facebook. Arrivò poi Instagram, che però divenendo di proprietà di Facebook ha lo stesso modus operandi.
Insomma con Facebook sembrava di essere finalmente arrivati in un’isola felice perché si riusciva a connettere diversi mondi ed a porre l’attenzione sui propri lavori. Nel frattempo però le cose sono cambiate ed il famoso social network ha chiaramente iniziato a cambiare i propri algoritmi perché non essendo una onlus, ma un’azienda, deve comunque mettere al centro dell’attenzione il proprio profitto e la propria crescita. Così oggi i fotografi che hanno una pagina si trovano a non avere più la visibilità che avevano in passato, a meno che non paghino le notizie sponsorizzate. In quel caso sicuramente le cose continuano a funzionare alla grande visto che chi è abituato a servirsene mantiene una visibilità totale.
Quando ho aperto la mia pagina riuscivo normalmente a raggiungere un numero di utenti doppi rispetto agli iscritti perché i miei post non apparivano solo a chi era iscritto, ma anche a molti amici di chi interagiva con le mie foto mettendo un “Mi Piace” o lasciando un commento. Insomma con una buona foto anche se avevi soli 50 iscritti potevi raggiungere oltre 100 persone. Oggi che di iscritti alla mia pagina ne ho ben più di 1000 una buona foto viene visualizzata fra le 150 e le 400 persone, in base al numero di interazioni. Ciò indica una contrazione evidente della visibilità.
Facebook non sbaglia ad agire in questo modo, però il problema è che per il fotografo che vuole pubblicizzare il proprio lavoro Facebook ed Instagram sono diventati un punto di riferimento perché è lì che si trovano la maggior parte delle persone e gli altri siti sono ormai quasi tutti desolatamente vuoti. In più bisogna considerare che i fotografi hanno contribuito fortemente ad aiutare i social network ad attrarre nuovi utenti proprio grazie ai propri contenuti.
Oggi tornare a pubblicare solo su un proprio sito non sarebbe possibile, né conveniente. Altri social network nasceranno e chi fotografa sarà pronto a “colonizzarlo” visto il comportamento di Facebook, ma in questo momento le alternative sono poche. Se le cose in futuro cambieranno e come lo faranno non ve lo saprei dire, però oggi non si può più considerare Facebook come un sito gratuito per chi fotografa. E forse c’era da aspettarselo. Probabilmente se tutti i fotografi si rifiutassero di pubblicare notizie sponsorizzate le cose potrebbero nuovamente cambiare, invece sono rimasti pochi duri e puri rispetto alla massa (e scusatemi se mi ci metto anche io in questo gruppo) a rinunciare a riempire le casse dei social network in cambio di un’effimera visibilità.
PS
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